La Voce del Trentino – 03/2014
Nel tempo in cui le Cayenne si fermano davanti ai mercatini dell’usato e gli occupanti ne escono per vendere, in coda con i pochi extracomunitari rimasti, i loro maglioni di cashmere di Brunello Cucinelli a cento volte meno del loro prezzo di via Montenapoleone sembrerebbe tutto perduto.
Invece no, arriva Barbara, con i suoi dolci madrigali, che come la zuppa nel film Ratatouille crea un trasfert al contrario e fa rivivere un tempo che deve ancora tornare, ovvero… il piacere della bella musica parlata, di cui si era persa la memoria. In sostanza, lasciando stare Pierino e il lupo, abbiamo un ricercato florilegio di storie raccontate da due voci che si sovrappongono quasi a farsi concorrenza, come se Barbara Bertoldi avesse reso ventriloquo il suo violoncello, o viceversa.
Nelle nove ballate, musicate con rara bravura, sarà impossibile non accompagnarne i tempi con mani, piedi o testa, tanto sono coinvolgenti nel ritmo e divertenti nel contenuto. In sostanza l’ironia con cui Barbara Bertoldi racconta in nota e voce microcosmi quotidiani o favole istantanee mette allegria e questo cd, che ho riascoltato più volte avendo persino la fortuna di vederlo suonato dal vivo dall’autrice.
Considero questo lavoro una perla preziosa in casa, un sollievo ai malumori, un sottofondo di allegria nei giochi con i bimbi, un esempio ad alto livello di arte combinata, un raffinato messaggio di buon ottimismo, divertente e nella coda, con un siparietto a microfoni lasciati volutamente aperti, divertentissimo.
L’estrema curiosità per questo suo originale lavoro ha fatto sì che Arte&Cultura contattasse Barbara Bertoldi per chiederle da quali esperienze ha tratto quest’idea, raccontandoci qualcosa di sé stessa.
Barbara, la tua esibizione dal vivo, originalissima, mi ha spinto a voler capire di più della tua musica.
Per prima cosa ringrazio chi scrive e lo spazio che Arte&Cultura mi offre… sono molto felice e frastornata dall’effetto che questo mio lavoro sta provocando Nulla di stravolgente per i più, ma per me è come se si concretizzasse una parte del mio essere, tenuta per anni vicina e curata e che …beh ho avuto la fortuna di trovare il modo di esprimere.
Come amo dire sono musicista dall’età di 4 anni, violoncellista e insegnante poi, ho una formazione classica e il repertorio che frequento con le formazioni con cui suono è classico, in questo periodo in particolare barocco.
Mi sto dedicando infatti alla prassi antica con L’Ensemble degli Affetti dal 2010…e poi, c’è questo mio altro lato…questa “zona” del mio esser musicista che ho scoperto 5 o 6 anni fa, quando per riempire le mie sessioni di studio cantavo per “scherzo” la parte dei colleghi, con grande divertimento nell’incrociare le due voci (la mia e del mio violoncello).
A questo proposito, raccontaci come il tuo violoncello ha incontrato la tua voce.
Mi è capitato di suonare un repertorio contemporaneo con alcune opere, Galante e Serafini, in cui dovevo cantare o recitare mentre suonavo.
E poi ancora La Mazurka d’Oro, uno dei brani del CD, che è in origine un brano per violino e orchestra. L’ho adattato per voce e cello e cantato ad un Convegno in onore di mio padre. Lì dopo l’esecuzione qualcuno mi consigliò di aggiungerci delle parole.
Poi due anni molto pesanti e difficili, una malattia diagnosticata con molto ritardo e durante questi anni, per occupare mattinate di solitudine e disagio scrivevo e mandavo a concorsi che accettavano testi comici, qualche riconoscimento, qualche premio, ma la spinta per riunire tutto in un CD viene da un gruppo di amiche: ad una cena dove tutte portavano piatti diabolicamente buoni io ho portato lo strumento e le mie canzoni hanno avuto lo stesso successo delle torte salate e cous-cous!!! Hanno insistito, mi hanno incoraggiata e l’estate scorsa, piena di energie e con qualche soldo da spendere (la mia è una autoproduzione!!!) ecco concretizzarsi il mio “Bestiario”.
L’ho presentato il 23 novembre scorso e le 200 copie sono quasi finite, ho già dato il via a un’altra ristampa, ma ora quello che desidero ora è suonare in giro il programma. Vediamo, qualche contatto c’è, ma tutto è in divenire.
Sono veramente orgogliosa di quanto ho fatto e mi pare che questo mio piccolo lato sia proprio stato compreso, quale migliore riconoscimento?
Altre canzoni in cantiere? Altro CD? Progetti?
Per ora suonare, questo programma e quelli barocchi con L’Ensemble degli Affetti, poi scrivere senz’altro qualcosa, integrare il programma con alcuni brani “leggeri” non necessariamente miei. Ho in mente qualcosa ma tutto da provare, visto la particolarità dell’accostamento voce-violoncello. E poi, godermi questo momento…tanto! E ancora e soprattutto stare bene, insegnare ai miei alunni, ai quali ho dedicato il mio lavoro, che la musica, ma in generale la passione sono tanto, se non tutto, nella vita e ancora seguitare nella cura del mio lato “originale”per vedere se riesco a stupire ancora una volta qualcuno o principalmente me stessa!
Mario Garavelli