Lo Scarpone del CAI – 04/02/2020
L’ultimo lavoro della musicista di Trento ci riporta al verso delle rondini e alla tradizione popolare e dialettale del Nord Italia
4 febbraio 2020 – Sarà pubblicato il 26 febbraio l’album “Se fossi una rondinella” di Barbara Bertoldi. L’artista attraverso la sua voce e il violoncello dà vita ad un lavoro musicale pregiato. Un’opera dedicata alla madre in cui riaffiorano suggestioni e ricordi dell’infanzia.
“Pensate a quando si scopre un nido di rondini seguendo con lo sguardo il volo dei genitori premurosi o si ascolta il loro verso nelle sere estive – spiega la Bertoldi -. Recuperare questo repertorio, che ha accompagnato parte della mia infanzia e poterlo suonare, ha rappresentato un po’ lo stesso magico stupore”. La sua speranza è di riuscire a far rivivere attraverso il suo canto antiche sensazioni: “Mi auguro che chi ascolterà questo cd possa provare una sensazione simile ritrovando un passato genuino di cui forse abbiamo bisogno per alleggerirci da una vita sempre più complicata e magari ‘volare’, proprio come una rondinella”.
Barbara Bertoldi è di Trento. La sua passione per la musica ha radici profonde e inizia dall’età di 4 anni. Dopo aver conseguito la maturità classica, l’artista si diploma a Bolzano e consegue a Venezia il biennio specialistico. Spazia dalla musica contemporanea all’esecuzione di musica barocca con strumenti originali. Vanta una lunga esperienza concertistica internazionale che l’ha portata a esibirsi in stagioni e festivals di tutta Italia ed Europa. Ha inciso cinque Cd ed effettuato varie registrazioni per radio Rai. È direttrice artistica dell’Associazione Lucilla May, dalla sua fondazione nel 2005. Con questa associazione si occupa di produzioni musicali. Da oltre 25 anni è insegnante di violoncello. Dall’uscita del lavoro “Bestiario per violoncello narrante” nel 2013, inizia l’attività di violoncellista cantante. Il 2014 è l’anno dello spettacolo “Cello messa tutta”. Il primo luglio 2017 le è stato assegnato a Mori (Trento) il premio Totemeblueart per la musica.
L’artista vanta anche una grande collezione di pezzi pregiati: un violoncello Carletti del 1952; una copia di violoncello barocco G. Stelzer del 2012; un piccolo cinque corde di scuola tirolese di fine ‘800.
I canti di questo Cd sono stati scelti dalla musicista interprete e ri-armonizzati per violoncello e voce da suoi amici e colleghi. Fanno riferimento all’opera di Costantino Nigra, che pubblica nel 1888 i “Canti popolari del Piemonte”. Nigra utilizzò per la prima volta un approccio etnologico, comparatistico e dialettologico alla poesia popolare italiana. Si trattò di una ricerca lunga e pregiata. La Bertoldi ha riportato la narrazione alla sua rappresentazione più veritiera. Quando l’interprete non era un coro, ma una o al massimo due voci, accompagnate da uno strumento, chitarra o violino, suonato molto spesso ad orecchio.
I temi trattati nei testi riguardano la vita degli uomini e delle donne. Si parla di lavoro, di svago, d’amore, di lutti e di guerre. Sono testi dialettali, propri dell’area dell’Italia settentrionale, con diffusione anche in Francia, Provenza, Catalogna e Portogallo. L’accompagnamento del violoncello dona inoltre una veste raffinata e inedita ai canti popolari.
Valerio Castrignano